Bee-Bot è un robot educativo a forma di ape che viene usato come strumento didattico per insegnare il coding, la lateralizzazione, l’orientamento spaziale e la programmazione di semplici codici.
Nello specifico, Bee Bot ha permesso agli alunni di avvicinarsi con il gioco al mondo della robotica. In particolare le finalità perseguite sono state:
- l’orientamento spaziale e la lateralizzazione;
- l’identificazione di punti di riferimento;
- la misurazione di spazi e distanze con strumenti non convenzionali;
- la capacità di fornire indicazioni spaziali.
La progettazione didattica con il robot si è posta in continuità con il percorso avviato in classe prima relativo allo sviluppo di competenze inerenti i percorsi, i reticoli e il coding unplugged.
I bambini hanno, innanzitutto, esplorato il robot Bee-Bot conoscendone i comandi, le potenzialità e le modalità di utilizzo; successivamente, divisi in gruppi, hanno costruito dei grandi reticoli a partire dalla misurazione di un singolo spostamento dell’ape. Solo in seguito gli alunni hanno messo in azione l’ape veicolandola da un punto ad un altro del reticolo, partecipando attivamente alla programmazione di Bee-Bot stabilendo i percorsi autonomamente e seguendo le indicazioni date dai compagni o dall’insegnante. È stato interessante collocare all’interno del reticolo dei simboli (fiori e foglie) che potessero essere considerati punti di riferimento da raggiungere o, talvolta, ostacoli da non toccare durante la programmazione dei percorsi.
La modalità laboratoriale e il lavoro di gruppo hanno permesso ai bambini di manipolare, sperimentare e apprendere nuove conoscenze e capacità in un’ottica di collaborazione, condivisione di obiettivi e promozione di abilità sociali.
Infine, il robot Bee-Bot è stato utilizzato anche in ambito matematico per misurare il perimetro dell’aula, la lunghezza della cattedra, dei banchi e di altri oggetti scolastici. Facendo corrispondere uno spostamento dell’ape ad un quadretto del quaderno è stato possibile rappresentare l’aula e gli oggetti di arredo considerati dall’alto. Questo ci ha permesso di riflettere e lavorare sui concetti di misurazione convenzionale e non convenzionale e sul concetto di riduzione in scala.
Giulia Mazzarotto e Giulia Piazza - Scuola primaria " Don Michele Martina" di San Stino di Livenza